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le chiacchiere... se le porta il vento

Possiamo dar loro un nome diverso un sinonimo, ma il concetto rimane lo stesso. Una chiacchiera, una bugia e per la mia amata Roma 'na frappa.
In toscana cenci.



Io le ho ritrovate al 31 marzo 1982 dell'agenda/ricettario di mia madre... E sono le più quotate fra le 3 presenti.


Soffermiamoci solo un secondo sul ricettario
Ora: blog, foto impostate, ben inquadrate ben illuminate ( almeno si tenta ), ma prima... Le nonne, le madri, con queste agende riciclate ( di solito bruttarelle ) su cui si trova di tutto:
  • ricette;
  • memorandum  per la spesa;
  • messaggi ( esempio: sono da Maria );
  • disegnini di figli, convinti di essere dei fumettisti di grido (io);
  • le immancabili poetiche macchie degli ingredienti;
  • i CONSIGLI!!!!
Quello che noi ci scambiamo nel blog, cercando anche più o meno spontaneamente di dirlo in modo non troppo noioso o stereotipato, le Nostre lo appuntavano ( o lo facevano appuntare all'aiutante di turno, in questo caso io dodicenne ) sulla stessa ricetta, man mano che si perfezionava!!!
Di questa io ho tenuto:
  • 250 g di farina 00 ( grano tenero bianchetto Perniola );
  • 30 g di fruttosio;
  • 40 g di burro ( ma al prossimo giro ci provo con l'olio EVO );
  • 3 uova intere ed un tuorlo ( CONSERVARE L' ALBUME );
  • 3 cucchiai di grappa ( mi sono sciallata una 903 barricata, la mia preferita );
  • 1 pizzico di sale;

Impasto ( a mano ) gli ingredienti fino ad ottenere una pasta liscia, omogenea e morbida ( sennò chi la sente che non ho ascoltato?). Ho fatto riposare la pasta in frigo, come da dettami materni, per un'oretta e poi l'ho stesa ( ma con l'attrezzo della planetaria ). Va bene la classica macchina da pasta a manovella e persino il mattarello, sgommarello, insomma quello tutto a manina!
Il dispenser di consigli avverte di fermarsi al penultimo "foro" della macchina per la pasta = sottile ma non troppo. Eseguo, ma non troppo...
Una volta stesa, ricavo dei fiorellini di due dimensioni
La pasta se pò ricicciare = i ritagli si possono recuperare senza acciaccarli. Si impilano e si ripassano nella macchina ( sempre al grido di NUN SE BUTTA MAI GNENTE!!! )
i ritagli dei ritagli dei ritagli...beh,ci ricavo strisce di insulsa forma rombiforme... sfido a trovare qualcuno che li lascia dicendo, con fare altezzoso, "no questo è bruttino, non lo mangio"... Ma in genere, vengono sgranocchiati facendo finta di provare "come sono venute" man mano che si procede.
 




Ad ogni fiorellino pratico una piccola incisione per separare i petali. E' più comodo procedere dall'interno verso l'esterno, così non si rovina la forma.
Sovrappongo i due fiorellini sfalzando i petali e incollandoli con una goccia di albume ( che prepotentemente ritorna in scena da co- protagonista al grido di " qui nun se butta gnente e popo a mmè me volevate lassà fori dalli giochi?" )


Come ottenere il risultanto troppo carino della foto seguente!?!?
semplice, si immergono i fiori uno alla volta poggiandoli come sulla spianatoia e si spingono nell'olio di frittura col manico di un cucchiaio di legno! la punta del cucchiaio pigia delicatamente al centro del fiore. L'olio bollente fa venire a galla i petali e si ottiene questo effetto che io trovo molto poetico. Li lascio a riflettere su carta assorbente prima di sistemarli in un vassoietto.
 

E' più facile a farsi che a dirsi, ma ci vuole un pochino di pratica. Non ci si deve scoraggiare se i primi non sono bellissimi!
Per finire, decorare il praticello fiorito con fruttosio a velo ( o zucchero per chi ama le emozioni forti a livello glicemico ).
 

Assaggiati sono friabili/croccanti.
La mia "asinata" del giorno. Pranzo dalla mia amica Viviana, siamo in quasi ritardo, li infilo col vassoio in un "sacchetto gelo" senza chiuderlo. E già questo sarebbe bastato a rovinarne la croccantezza. Non mi sono voluta privare di nulla, ho poggiato il vassoio su due ruote di focaccia calda...
Ciao ciaoooooo. Ammorbiditi.
Mi tocca proprio rifarli!!!