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le cicerchie, queste quasi sconosciute...


Le ho sentite nominare migliaia e migliaia, ma che dico, CENTINAIA di volte da persone "di una certà età" ... Ne hanno parlato sempre in termini entusiastici, come di un cibo dal sapore unico e antico...
Decido di colmare la mia ignoranza andando a leggere qualche notizia qua e là...
E DADAAAA'!!! Trovo un blog che, sulle prime, smonta la mia curiosità entusiasta nei confronti della cicerchia...

Ma si sa, io sono tignosetta, diffido dell' unica campana e leggo più voci...
Facendo un bignami delle notizie, concludo con un sospiro di sollievo che basta seguire semplici accortezze per vivere un' amicizia felice e duratura con le rudi cicerchie.

Ma invito chiunque a non dimenticarle!!!
  1. Ammollo prolungato del legume dalle 24 alle 48 ore;
  2. frequente cambio dell'acqua di ammollo ( certo di notte, rilassiamoci e la cambiamo la mattina );
  3. salare l'acqua di ammollo;
  4. prima di cuocerle sciacquarle e utilizzare solo acqua fresca e NON quella di ammollo;
  5. evitare il consumo abbondante, quotidiano e prolungato per mesi;
  6. evitare che l'acqua di ammollo venga utilizzata da chicchessia come base per una deliziosa bevanda contorcibudella e petogena ;)
Tutto chiaro? No? petogena = genera meteorismo. Fiato alle trombe...
Usate queste accortezze, ma soprattutto  coltivata in condizioni non estreme, con la giusta quantità di acqua, la cicerchia pugliese è innocua. Non se n'è riscontrato il latente effetto tossico della latirina. Non se ne consuma una dose così esagerata... In effetti basta non essere divoratori complusivi e quotidiani di cicerchie per vivere tranquilli tranquilli.


Per stare sicuri sicuri, ne ho mangiate in abbondanza la sera e a pranzo il giorno dopo. Nessun effetto collaterale...

Lasciata da parte questa sua doppia personalità, la cicerchia o  Il Lathyrus sativus è uno dei legumi più antichi. Leggo in rete che ne sono stati trovati reperti in Mesopotamia  ( 8000 a. C. ). Mi affretto a chiedere alle mie adorabili fornitrici Perniola che le loro siano un attimino meno vintage!?!? ihihih
 Nasce come cibo povero, anche perchè resiste in condizioni climatiche e territoriali in cui tutti gli altri legumi avrebbero alzato bandiera bianca... Voci di corridoio, pettegole e gente che mormora dicono che proprio le condizioni difficili esaltino il loro lato peggiore : difficoltà di cottura e sostanze tossicologiche. Proprio la sua natura rustica consente una coltivazione senza bisogno di concimi o parassiti e sopravvive anche con poca acqua...
Povere in grassi, hanno una notevole presenza di calcio e fosforo, elementi indispensabili per l'organismo. Per l'alta percentuale di vitamina B, amidi e proteine io le inserirò volentieri nella mia dieta!!!

Sarà anche un po' neurotossica ( SE COLTIVATA IN CONDIZIONI ESTREME E ASSUNTA IN GRANDI QUANTITA', QUOTIDIANAMENTE E PER PERIODI PROLUNGATI = MESI ), ma questo suo carattere resistente e di poche pretese me la rende simpatica... Eppoi lo ripeto e ripeto e ancora ripeto. Un bell' ammollo prolungato con cambi d' acqua e le cicerchie nostrane, ben abbeverate, sono innocue, carine e coccolose!
E vogliamo parlare della forma? Quadrangolare, irregolare, non ce ne sono due uguali!!!


Ma che caratterino!!!

Le è stato riconosciuto il titolo di prodotto agroalimentare tradizionale italiano attribuito a colture « ottenute con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni »
Per la cottura ho usato la pentola a pressione e soltanto acqua fresca, non salata. Dopo averle ben sciacquate, sono serviti circa 40 minuti, con 24 ore di ammollo...
Tutto quel poco che si desidera aggiungere, è meglio farlo a crudo. Alla fine... Così se ne esalta il sapore!!!